Agata Moschini: prima di imparare a camminare, si è alzata sulle punte

Il varietà è sparito completamente e con lui anche la figura della show girl

(Foto © Alex Bresciani)

Agata Moschini è una bella siciliana che prima di imparare a camminare, si è alzata sulle punte, dichiarando al mondo quale fosse la sua passione: il ballo. La sua casa è da sempre, la sala prove dove è cresciuta, formandosi come ballerina classica, prestata poi alla televisione ed allo spettacolo.

Arriva a Carlo Conti, grazie al suo coreografo, Fabrizio Mainini, storico ballerino di Heather Parisi, che la nota a teatro e la invita a fare l’audizione. Con Carlo Conti ha fatto I migliori anni lavorando in televisione per dieci anni, che lascia solo per la chiamata alla Scala, che per una ballerina classica, è irrinunciabile.

Oggi Agata si racconta, commossa nel ricordo dei ballerini che hanno perso la vita in Arabia Saudita, amici e colleghi con i quali ha condiviso tanto. Ci aiuta a comprendere come sia appagante e complicata una carriera legata alla danza, fatta di grandi sacrifici e una dedizione assoluta.

Quanto ti ha regalato la danza?

Il regalo più prezioso sono stati i tanti rapporti, le relazioni umane che ho intrecciato con tantissime persone. In particolar modo, Evelyn Hanack, personaggio storico del Bagaglino, ha saputo dare moltissimo a tutti noi, tessendo relazioni preziose e arricchenti, che sono sempre andate molto al di là del rapporto coreografo – ballerini.

Un’esperienza formativa importante che mi ha insegnato davvero tanto, non solo come ballerina ma come persona. Un posto speciale lo ha Gino Landi e il rispetto incredibile che si respirava nella sua sala, vecchio stampo, dove ci accoglieva con “Buongiorno signorine e signorini”. Il lavoro intenso che si faceva con lui, ogni giorno dalle nove della mattina fino alle sei del pomeriggio, era appagante. In sala prove anche quando ti correggeva, lo faceva con il sorriso senza mortificare mai nessuno.

Lui con tatto, anche quando avevi sbagliato tutto, te lo faceva notare con fermezza, senza mai offendere. Un gentiluomo, dal fare elegante che non ha mai dimenticato un compleanno o un onomastico, che in camerino per la Prima, ci faceva portare una rosa.

Hai lavorato tantissimo in televisione, ma oggi la figura della show girl, dopo Heather Parisi e Lorella Cuccarini, è praticamente sparita. Quale ruolo ha oggi la danza?

Purtroppo, oggi la danza è ridotta solo ad un contorno e non è più protagonista, ma relegata ad un ruolo secondario. Il varietà è sparito completamente e con lui anche la figura della show girl. Le agenzie non sempre, sanno gestire al meglio la nostra professionalità, che spesso è tenuta di poco conto.

Questo non aiuta per niente la categoria che ha sempre avuto vita dura, ma oggi ancora di più. La vita del ballerino è una vita di sacrifici, di rinunce e forse, meriteremmo un po’ più di attenzione e spazio. Ci sono davvero tanti sacrifici che in Italia, spesso, non vengono ripagati. Un’arte della quale non si comprende l’impegno, la dedizione.

(Foto © Alex Bresciani)

Poche settimane fa la danza ha subito un gravissimo lutto…

Antonio e Giampiero erano amici, carissimi, colleghi con i quali ho condiviso tante audizioni. Avevamo un rapporto bellissimo, condividevamo i giorni liberi, festeggiavamo i compleanni e con me erano molto protettivi.

Un destino terribile, se si pensa che sono partiti da Roma il 12, il 20 avrebbero avuto lo spettacolo per l’inaugurazione di un teatro a Riad e il giorno seguente sarebbero rientrati; in tutto una settimana di lavoro, che gli è costata la vita.

Avrei potuto esserci anche io con loro. Il ballerino è spesso fuori, lontano da casa. Il giorno dell’incidente ero a San Marino per un evento con la Little Tony Family e i telefoni non avevano campo. Quando ho avuto la linea mi è arrivata la notizia, che mi ha sconvolta. Non riesco ancora a crederci.

Cosa ti sentiresti di dire a un giovane che volesse intraprendere questa carriera?

Direi di studiare per farsi trovare pronto. Di imparare a resistere, nonostante le porte in faccia, i no. Spesso è difficile farsi largo in quest’ambiente, perché spesso non si viene scelti non perché non si è all’altezza ma solo perché per motivi di equilibri, scelgono un gruppo già coeso.

È terribile sentirsi fare i complimenti ad un provino e ricevere poi l’ennesimo no. La costanza, alla lunga, premia.

La vita della ballerina è una vita di sacrifici. Disturbi alimentari e lo spettro dell’anoressia…

La danza, la ginnastica artistica, come molte discipline sportive, richiede una forma particolare. Il rischio, di cadere nella “rete” dell’anoressia, è altissimo. Quando ero ragazzina ed ero ancora a casa, già a cinque anni non mangiavo le caramelle. L’insegnante ci pesava ogni lunedì, ad un certo punto in piena adolescenza, cominciai a mangiare solo pollo, poi solo yogurt, poi brodo.

Fino ad uno svenimento e una corsa in ambulanza. Stavo giocando con mio fratello e all’improvviso sono crollata; quando mi sono ripresa mi hanno diagnosticato un’anemia celebrale. La richiesta era di essere una piuma, leggiadra, senza forme. Non ci spiegavano come alimentarci in modo corretto, non eravamo seguite.

Quando ho insegnato è stato uno degli aspetti che non ho mai trascurato. Serve assolutamente un nutrizionista che ci segua, nel dettaglio. Ogni fisico è diverso e necessita di un regime alimentare ad hoc. Ancora oggi sto affrontando problemi legati all’alimentazione.

Ho cominciato, finalmente, a mangiare la pasta, che in casa mia, a parte Natale e Pasqua, era bandita. Ho vissuto di barrette, saltato pasti. Finalmente, grazie alla mia nutrizionista, ho ritrovato il piacere del cibo, in modo equilibrato e sano.

(Foto© Alex Bresciani)

Hai sfiorato la finale di Miss Italia, ma a Fiuggi hai vinto, forse il premio più importante per te, è così?

L’amore per mio nonno al quale ero molto legata, mi ha fatta sfiorare la finale di Fiuggi. Il nonno, che era un appassionato e seguiva in televisione il concorso, mi convinse a partecipare alle selezioni di Miss Italia e nonostante le avessi fatte un po’ per gioco e un po’ per lui, mi si spalancarono le porte della finale di Fiuggi, dove però, non sono mai andata.

Non mi sono mai interessati i concorsi di bellezza, perché è sempre stato il ballo a scorrermi nelle vene e il mio passo nel mondo è un passo di danza. Non avrei potuto fare altro. A Fiuggi, però, ho vinto il Premio Fantastica e una borsa di studio di un anno a Roma. Questa è stata l’occasione per lasciare la Sicilia e devo ammettere che quello ha dato il via a tutto.

Non è stato facile lasciare la mia isola e per molto mi sono sentita fuori posto a Roma dove ogni tanto, qualcuno mi prendeva anche in giro per la mia cadenza. Sono sempre stata abbastanza riservata e quindi ho dovuto lavorare sulla mia timidezza. Ogni cosa ha il suo prezzo ed anche la sua ragione: Roma mi ha fatta crescere e mi ha dato grandi opportunità lavorative che rimanendo a casa, non avrei avuto.