Fuori venerdì 12 aprile “ALBERI” Il primo singolo di LETI in radio e su tutte le piattaforme digitali

“Quando ho iniziato a lavorare con Mike Defunto, nel giro di un paio di mesi, avevamo già registrato 4 o 5 canzoni. Ma una in particolare ci aveva convinti fin dal primo momento.  E quel pezzo – racconta Leti – era proprio “alberi“. Non dimenticherò mai la faccia di Pio Stefanini, il mio produttore, quando ha sentito il brano per la prima volta: si vedeva che era gasato. 
Alberi è nata come un piano sequenza su un momento che ha giocato un ruolo determinante nella mia vita. Segna il passaggio tra il farsi trascinare dalla corrente e il camminare sulle proprie gambe.  La scrittura del testo è stata un momento lineare e relativamente breve, perché è successo tutto con estrema naturalezza. Ricordo che io e Mike dicevamo di provare ad usare un approccio più “cinematografico” , mostrare delle scene insomma. Così gli ho raccontato di questo momento difficile e insieme lo abbiamo reso reale, proiettandolo sul beat. È stato un bellissimo momento di condivisione che ha fatto crescere entrambi.  Da qui in poi, la scelta di girare un video e di fare uscire “alberi” come primo singolo è stata immediata, lo avevamo capito tutti che era il pezzo giusto per cominciare a mettersi realmente in gioco. Sono molto soddisfatta anche della grafica di copertina, l’ho realizzata la sera prima della consegna del pezzo, in pochissimo tempo, con la mia amica di sempre Eleonora Scardillo che studia design. Ci siamo divertite tantissimo nel farla e per me rappresenta un momento in cui ho potuto esprimere me stessa

Bio:
Mi chiamo Letizia Baroncelli in arte Leti, sono nata nella periferia di Firenze, classe 1999. Il mio primo contatto con la musica è stato a soli 4 anni, ho visto mia cugina suonare il pianoforte e ho chiesto subito ai miei genitori se potevo provarci anche io. Ricordo che da piccola mi nascondevo nel salotto di mio nonno quando lui ascoltava in silenzio i suoi vinili di Chopin e Beethoven, e ne ero incantata. All’interno della mia famiglia mio nonno era l’unico che vedeva la musica come la vedevo io, come una dimensione dove rifugiarsi e ascoltare se stessi grazie alle note di qualcun altro. La sua scomparsa, oltre ad un senso di vuoto incolmabile, mi ha portato ad abbandonare la musica all’età di dodici anni e a lasciarmi trascinare da una vita che non prevedeva uno spazio nel quale riuscissi a realizzarmi. Ma non ho mai smesso di cantare. Ho iniziato quando avevo solo sette anni, e intorno ai 15 ho scritto le mie prime canzoni. In inglese, ed erano veramente pessime. Durante il periodo delle superiori, più la mia vita andava avanti e più il senso di insoddisfazione cresceva in me, sentivo che mancava qualcosa. A 18 anni ho capito che quel qualcosa era proprio la musica, l’elemento che riusciva a equilibrare la mia mente e, di conseguenza, la mia vita. Così, finite le scuole, ho deciso di dedicarmi a tempo pieno ad essa, a studiarla e a mettere la mia voce in gioco. Grazie ad un’amicizia in comune, verso la fine del 2018 ho conosciuto Mike Defunto, abbiamo iniziato a lavorare insieme e ne è nato un bellissimo rapporto, umano e professionale. Tramite lui ho conosciuto Pio e Zic, e lavorando tutti insieme in studio ci siamo resi conto che nasceva sempre qualcosa di magico, qualcosa che ci rendeva felici. Così è nata questa nostra nuova dimensione, i Bonshakara, uno spazio per ciascuno di noi da condividere con gli altri.