La strega il nuovo singolo di Emanuele Masini

Fin dalle prime, cupe note di pianoforte, “La Strega” di Emanuele Masini ci trasporta in un’atmosfera quasi fiabesca, ma di quelle favole antiche, intrise di ombre e durezza. Non è solo una canzone, ma un vero e proprio racconto in musica, una piccola opera rock che si srotola davanti all’ascoltatore con personaggi ben definiti e una trama avvincente.

La narrazione è il cuore pulsante del brano. Ci viene presentata una “strega”, trovata in condizioni misere (“quattro capelli sporchi in testa ed un sorriso abominevole”). Immediatamente emerge una voce narrante dura, giudicante, che incarna il pregiudizio e la chiusura: “La strega è stata male, io non la voglio curare / che nessuno di voi osi far qualcosa”. È la voce della comunità impaurita, pronta a condannare ciò che non comprende o che reputa diverso e pericoloso, visti i presunti misfatti passati (“con tutto ciò che ha fatto… e il male procurato”).

A questa figura si contrappone il “giovane dottore”, il “buon samaritano” che, significativamente, è “vestito d’Arlecchino”. Un simbolo di rottura degli schemi, forse di ingenuità, ma sicuramente di empatia. È lui che osa sfidare il giudizio collettivo, mosso da una profonda convinzione nella possibilità di redenzione e nella presenza di una scintilla di bene in ogni essere umano: “In fondo ad ogni cuore, anche se un po’ indurito / io credo fermamente ci sia un po’ d’infinito”.

Musicalmente, Masini costruisce la tensione in modo magistrale. La base pianistica iniziale lascia spazio a un arrangiamento rock robusto, con basso e batteria che scandiscono il ritmo narrativo. Le chitarre elettriche entrano con forza, sottolineando i momenti di climax emotivo con assoli espressivi e a tratti laceranti, che sembrano dare voce al conflitto interiore e alla drammaticità della situazione. La dinamica del brano segue perfettamente l’evolversi della storia, alternando momenti più riflessivi a esplosioni di energia rock.

La voce di Masini è duttile e interpreta efficacemente i diversi stati d’animo e, idealmente, le diverse “voci” della storia, passando dalla durezza del giudizio iniziale alla passione idealista del dottore.

Il colpo di scena arriva nel finale: l’atto di compassione del dottore viene ripagato con una “maledizione” lanciata dalla strega. La storia si conclude con un’immagine potente e ambigua: il dottore ora è in chirurgia, e nella sala d’aspetto c’è “un bellissimo Arlecchino di pietra col mantello”. Un monumento alla compassione? Un simbolo della sua ingenuità pietrificata? O forse un monito? La canzone lascia volutamente aperta l’interpretazione, come suggerisce il testo stesso: “La favola è infinita ed ora si balbetto / tocca solo a voi pensare se c’è o men una morale”.

In Conclusione:

“La Strega” è un brano ambizioso e riuscito. Emanuele Masini dimostra ottime capacità narrative e compositive, creando una canzone che fa riflettere sui temi eterni del pregiudizio, dell’empatia e delle conseguenze delle nostre azioni. È una ballata rock oscura e teatrale, consigliata a chi cerca nella musica non solo intrattenimento, ma anche storie profonde e spunti di riflessione.

Pubblicità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.