“TorinoAcida” è il primo singolo dei duopotrio, trio torinese jazz/funk quindi Junk come si definiscono loro , in uscita il 4 Dicembre. Il brano, realizzato insieme al produttore Luca Vergano, nasce da un’idea della cantante Francesca durante una passeggiata in bici per le vie di Torino.
“TorinoAcida” narra la città sabauda descritta da una studentessa fuorisede, un racconto che mostra il fascino e le contraddizioni della grande città. Dal brano emergono gli stimoli, la trasformazione e il movimento insito in un grande centro urbano ma anche lo scontro con le difficoltà di vivere in una città non conosciuta e differente dalla terra natale. L’uso dell’aggettivo acida non vuole dare una connotazione negativa alla città, vuole lasciare che sia l’ascoltatore a farsi suggerire dall’attributo un’immagine non definita, da interpretare.
Il singolo “TorinoAcida” vuole conciliare il jazz, genere caro alla formazione musicale dei duopotrio, con il pop italiano.
Inizialmente concepito secondo la classica struttura jazzistica e quindi composto da improvvisazioni strumentali, viene trasformato in studio insieme al produttore Luca Vergano. Le parti strumentali sono strutturate e sono completate da un riff riconoscibile, che si apre al termine dell’inciso insieme ai fiati, per poi lasciarsi andare in un solo di flicorno.
Sul videoclip i duopotrio dicono:
“La storia narrata è quella di uno spazzino, interpretato da Federico Gallucci, poco intento nel suo lavoro e molto nel cercare di contattare qualcuno al telefono, senza però riuscirci. Nervoso e annoiato, attraversa le vie del centro fino ad arrivare nei pressi della Gran Madre, dove si scoprirà se riuscirà a contattare la misteriosa persona oppure no. L’idea alla base è quella di rappresentare una Torino insolita, vista dal punto di vista più intimo e personale. Il videoclip, diretto da Francesco Taverna con Marino Di Fiore all’aiuto regia, è stato girato tra le ultime ore di buio e le prime luci dell’alba, mostrando una città deserta, buia e fredda. Una “TorinoAcida”, appunto, che conserva comunque in sé un grande fascino”.
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