Gabbo: “Maybe The Next Time e il mio amore per il basso”

Dopo I’M IN sei finalmente fuori con un nuovo progetto, anche questa volta un EP. Perché avete deciso di confermare questa formula?

Credo che per un progetto come il mio, dove sento la necessità di comunicare con la musica, oltre che con i testi, la formula dell’ep mi consente di esprimere in modo più ampio le sensazioni e le emozioni che provo, che forse con un singolo non potrei esprimere a pieno. Ma non si sa mai, magari il prossimo sarà proprio un singolo o un nuovo ep o chissà un album! Hahah. Questo me lo farà capire anche chi mi segue

Entrando nel merito del disco, “Maybe The Next Time” presenta varie collaborazioni di tutti ragazzi emergenti. Lo senti tuo l’appellativo di talent scout?

No, per me sono solo fratellini e ottimi artisti, io in realtà non li ho scoperti, loro hanno le proprie carriere, anche se per alcuni appena iniziate e per altri già avviate e ben indirizzate.

Anche se sono passati pochi giorni dalla release, che feedback stai ricevendo?

Guarda devo dire che per ora e spero sempre 😉 , almeno a me e a quanto pare, anche a chi ha collaborato con me, arrivano riscontri positivi e questo ovviamente riempie tutti noi di entusiasmo e gioia. Credo che per un artista sia fondamentale.


Come tutti sanno, il basso ha definito la tua carriera musicale ed è senza dubbio la tua più grande passione. Raccontaci com’è nato l’amore per questo strumento

Ecco, di questo potrei parlarvi per giorni, ahahah, hai colto la mia debolezza, l’amore per il basso.
Pensa, io iniziai a 4 anni con il flauto, con mio zio clarinettista classico, e dopo pochi anni passai alla tromba, avendo padre trombettista. Pare fossi anche portato per questi strumenti, che mi hanno dato basi fondamentali a livello musicale. Poi ascoltando i dischi di mio padre, a 14/15 anni, venni rapito dalla bellezza delle linee di basso di Bootsy Collins e Jaco Pastorius, oltre che dalla classe delle linee di basso di Massimo Moriconi nei dischi di Mina di mia madre e quindi chiesi a mio padre informazioni su questo strumento così affascinante, di classe ma energico e potente e così, poco dopo, lui mi disse se volevo provare a suonarlo e io subito Yesssssss ;).
Così il 22 novembre del 1997 con la prima lezione è iniziata questa lunga storia d’amore. Hahaha

Biografia

Gabbo, pseudonimo di Gabriele Centofanti è un bassista e produttore italiano. Nato in una famiglia di musicisti, Gabbo inizia a suonare il basso elettrico a 15  anni. Un anno dopo intraprende lo studio del contrabbasso presso il  conservatorio ”Santa Cecilia” di Roma e contemporaneamente prosegue lo  studio del basso elettrico sotto la guida di Massimo Moriconi suo insegnante e  amico.

Poco dopo inizia la sua attività concertistica con diverse formazioni spaziando  tra vari generi musicali (dalla classica al rock , passando per il funk e il pop) fino  ad arrivare al rap, genere del quale diventa uno dei maggiori esponenti musicali  grazie alla collaborazione iniziata nel 2006 e tutt’ora in essere con la band  storica romana dei Cor Veleno, formata in origine da Primo Brown, Grandi  Numeri e Squarta e diversi anni dopo anche da Gabbo stesso.

Nel 2008 Squarta & Gabbo fondano ”Rugbeats”, studio di produzione musicale  che ha prodotto e collaborato con numerosi artisti della scena rap e non solo,  tra i quali gli stessi Cor Veleno, Coez, Gemitaiz, Madman, MezzoSangue, Roy  Paci, Giuliano Sangiorgi, Jovanotti, Marracash, Clementino, Colle der Fomento e molti altri. Dal 2018 al 2020 è stato inoltre il bassista nei tour di MezzoSangue. L’amore incondizionato per il funk, il blues e il jazz, lo portano a dare alla luce  un progetto che ha questi come fonte di ispirazione

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