Il direttore artistico Francesco Borelli ci racconta del Festival Internazionale del Novara Dance Experience

 

Abbiamo ha avuto il piacere di intervistare un grande artista come Francesco Borelli, creatore e Direttore Artistico del Novara Dance Experience.

E’ doveroso premettere che Francesco ha collaborato con grandissimi danzatori come Oriella Dorella, Lorella Cuccarini, Luciana Savignano e moltissimi altri, ma quest’anno in particolar modo, l’evento sarà dedicato a Carla Fracci rendendole omaggio con un premio che verrà assegnato dal pubblico.

Cosa ha significato per lei conoscere e lavorare a fianco di un’artista come Carla Fracci? E che eredità lascia alla danza mondiale?

Premetto, non ho mai ballato con Carla, il lavoro che ho fatto con Carla, è stato quello delle interviste e degli eventi organizzati con lei e per lei, quindi è stato più un lavoro legato alla comunicazione e alla presentazione di Carla.

E’ stato un lavoro legato alla danza ma non prettamente ballettistico.

Lavorare con lei o comunque starle accanto è stato sempre bello, bello in tutti i sensi in cui questa parola può rendere un’emozione, sia lavorativamente parlando che poter ascoltare i suoi racconti, anche quelli privati, quelli che non venivano poi raccontati in pubblico. E’ sempre stato interessante, era bella lei. Io ricordo questi sguardi, a volte persi nei ricordi della sua infanzia e delle sensazioni provate, di quando era piccola, nei luoghi della memoria; c’è una frase che un giorno mi disse: i suoi ricordi di infanzia, la sua fanciullezza, le persone che vivevano con lei in quel periodo, erano un luogo quasi ideale in cui lei si rifugiava quando non era felice. Penso sia una cosa bellissima, perché rendeva la meraviglia di quest’artista.

Per la danza, è stata una perdita immensa, Carla è e rimane la più grande danzatrice italiana nel mondo e credo che sia un pò sotto gli occhi di tutti questo, non è una mia affermazione, è cosi e rimarrà così per sempre. Ha fatto tanto per la danza nel mondo non solo per la danza italiana.

Come è nato il progetto Novara Dance Experience?

Tutto è iniziato con una serie di interviste, incontri aperti al pubblico in cui io intervistavo una serie di Artisti della danza;  abbiamo iniziato proprio con Carla, poi hanno partecipato Oriella Dorella, Luciana Savignano che quest’anno riceverà il premio alla carriera durante alla serata di Galà insieme a Lucia Lacarra; Lorella Cuccarini, Rossella Brescia, Luciano Cannito , Giuseppe Picone, Ambeta Toromani, Kledi Kadiu, Alessandro Macario, insomma, abbiamo avuto tantissimi artisti che hanno raccontato le loro vite meravigliose. E poi proprio sulla scia del successo di quegli eventi , ci siamo guardati con i miei collaboratori Nicola Spizzico in particolare e ci siamo detti “ma perché non facciamo un’evento che unifica concorso, masterclass, serata di Galà, ma che faccia la differenza”, nel senso che non si perda con gli altri eventi esistenti ma che si ponga subito a livello nazionale ed internazionale come un qualcosa di bellissimo e di diverso, un qualcosa di più, dove si potesse respirare ancora quell’aria di bellezza, di eleganza, di meraviglia che c’era negli anni passati, nei vecchi festival, Nervi, piuttosto che Spoleto, e abbiamo rischiato tanto perché è un’evento che costa moltissimo, però ci siamo guardati e ci siamo detti “o lo facciamo cosi oppure non lo facciamo” ed è andata molto molto bene, i primi due anni sono stati di enormi soddisfazioni, aiutati anche da un Sindaco che è Alessandro Canelli di Novara che veramente ha creduto in un progetto ambizioso, ma un progetto culturale legato alla danza, che secondo me è una cosa straordinaria perché sappiamo benissimo quanto le istituzioni “ignorino” quasi questo mondo, invece lui ha creduto e ha sostenuto dell’inizio; lui e Benedetta Baraggioli che è il suo braccio desto ma che veramente hanno reso tutto possibile, quindi io li ringrazierò per sempre perché senza di loro, senza il loro aiuto, la loro lungimiranza , la loro voglia di dare alla città e alla danza una possibilità così grande, tutto questo non sarebbe nato, quindi io ci tengo veramente a ringraziare Alessandro Canelli e Benedetta Baraggioli oltre a tutti i collaboratori che hanno creduto in questo progetto, che sono tanti da Nicola Spizzico a Giuseppina Gambaro che è presidente della LILT  Novara Onlus con la quale collaboriamo, piuttosto che Anna Russo che io definisco “ una mecenate d’altri tempi” perché ha creduto anche lei insieme alla sua azienda in questo progetto , ma veramente hanno creduto fortemente in tutti noi e oggi siamo grandi amici; Cristina Molteni, Susanna Messa , tante persone che hanno unito le loro energie e hanno  reso questo progetto un sogno bellissimo e che quest’anno sarà alla terza edizione.

Ci tengo veramente a ringraziare queste persone, sembra piaceria, ma io lo dico veramente, ci tengo a ringraziarli in un mondo in cui c’è indifferenza totale, le istituzioni della danza non aiutano, i teatri sono stati abbandonati a loro stessi, abbiamo questa luce incredibile che ha creduto in questo progetto sin dall’inizio. Inizialmente ho parlato con Benedetta Baraggioli, e lei mi ha detto: Bello, facciamolo! Parlo con il Sindaco , che ha subito acconsentito ad appoggiarci. Queste cose non capitano mai, ci guardano come per dire BEH?! Noi siamo quelli che fanno divertire, che saltellano in sala o sul palco, questo è la reazione normale. E invece persone che sono fuori dal mondo della danza hanno detto di si, facciamolo, e non è così scontato, quindi veramente grazie, grazie, grazie, un milione di volte.

Nel comunicato stampa, si legge che nel 2020, l’evento è stato sospeso per l’emergenza sanitaria e questo vuole essere l’anno della ripartenza. Lei pensa che ci saranno delle differenze rispetto agli anni precedenti? E che sia necessario invece aggrapparsi alle tradizioni per ricostruire?

Sicuramente le differenze ci saranno, ma saranno nelle modalità dello svolgimento, perché avremo restrizioni legate alle presenze in teatro , avremo più difficoltà a livello organizzativo e logistico perché inevitabilmente le restrizioni bisogna rispettarle.

Però è importante che si torni in scena, che si ricostruisca un mondo che è stato veramente devastato dal Covid e dalla noncuranza dello stato , quindi è importante ricostruire nel rispetto di quello che è la tradizione, perché questo anno e mezzo ha cambiato un pò le carte in tavola, nel senso che si è parlato tanto di danza online, di danza in televisione che per carità, è bellissimo, va benissimo  se la danza risultasse più alla portata di tutti e quindi visibile anche in televisione, ma la danza è in teatro; si deve respirare quell’atmosfera per carpirne la magia, per riuscire a viverne fino in fondo la bellezza assoluta che la danza regala, quindi io trovo che il rispetto della tradizione ci debba sempre essere. Io sono un romantico, un sognatore, fosse per me scriverei ancora con la penna d’oca, probabilmente non faccio testo, però non si può andare avanti ignorando quello che c’è sempre stato , un occhio al passato deve esserci perché ci ha insegnato tanto, ci sono elementi e caratteristiche dei festival e degli artisti del passato da cui non si può prescindere perché sono quello che ci ha portato ad oggi e oggi bisognerebbe imparare da quello che c’è stato perché oggi un pò di magia si è persa, un pò di quelle atmosfere quasi da sogno; le bimbe che sognano di indossare un tutù nel teatro con le luci del palcoscenico, ecco , quelle emozioni lì, una volta si respirava tantissimo , oggi invece un pò meno.

Bisognerebbe sempre ricordarsi che la danza prima di tutto è una magia, noi siamo dei privilegiati a poter fare questo lavoro e farlo in contesti così meravigliosi come quello dei teatri, che per me rimane il luogo più bello del mondo.

Lei dice: “ nella mia vita ho sempre avuto come obiettivo la ricerca della bellezza”. In che modo sta cecando di portarla al Novara Dance Experience?

È necessario tornare alle atmosfere di un tempo, nel rispetto e con un occhio a quello che è l’oggi, le novità, ma mantenendo il rispetto del passato e delle grandi tradizioni.

Le faccio un esempio: io sono una persona che nella serata di Galà, pretende il Dresscode, quindi l’abito elegante, perché è giusto così, io spesso vado a teatro e vedo gente con pantaloncini corti, no, non si fa così, è vero che bisogna svecchiare, ma ciò non vuol dire perdere certe cose che contraddistinguono in qualche modo un mondo, che è proprio la bellezza. L’ho sempre ricercata, fin da quando ero piccolo ogni cosa che facevo, volevo che fosse bella; bella nel senso più tradizionale del termine. Dal semplice costume di scena, al giornale, agli eventi, come se fosse un faro, una bussola,la ricerca della bellezza, e credo che il Novara Dance Experience, questa bussola l’abbia proprio seguita.

Cosa l’ha fatta decidere di iniziare a ballare e successivamente di intraprendere questo come lavoro? E cosa significa per lei essere un maestro?

Lorella Cuccarini . Da piccolo non sapevo assolutamente cosa fosse la danza, non avevo mai visto un varietà televisivo.

Mi ricordo perfettamente, correva l’anno 1987 io e i miei genitori abitavamo a Catania. Si fermarono a guardare in televisione un programma che si chiamava “FESTIVAL”; Baudo, che conduceva il programma,lanciò la sigla che era “IO BALLERO’”, comparve sullo schermo questa donna meravigliosa , questa ragazza dalle gambe lunghissime , dagli occhi blu, che cantava questa canzone che parla di danza , dei sogni di una bambina che vuole diventare una ballerina. Io mi innamorai all’istante , non solo di Lorella ma poi della danza, iniziai a seguire tutti i balletti di Lorella in televisione, ma non solo, e da li ho iniziato.

A Lorella l’ho raccontato tante volte questo aneddoto, le dico sempre che è colpa sua, anzi i miei genitori mi dicono sempre che è colpa sua se ho iniziato questa carriera, che è stata felice, mi ha dato tantissimo. Quindi è stato per Lorella che ho avuto la fortuna di conoscere e che ha confermato di essere quello che io pensavo da bambino , quando la guardavo , una professionista come ce ne sono poche , non le sfugge niente , è una macchina incredibile , una forza, un’energia e una solarità pazzesca, e poi è una persona meravigliosa , ha una luce che è solo sua, veramente una forza della natura.

Cosa significa essere un maestro, guarda, lo devo ancora capire. Trovo che sia molto difficile, forse tra le varie sfaccettature del mio lavoro, prima ballare, poi la comunicazione “dance news”, poi gli eventi, forse il lavoro legato all’insegnamento è quello più complesso perché avere a che fare con i ragazzi, non è semplice, riuscire a trasmettere quelle che sono le tue conoscenze, e anche le tue emozioni legate a questo mondo, non è semplice però è anche vero che ho la fortuna di avere allievi che sono una fonte di gioia incredibile , infinita. Ieri sera facevo lezione, sono molto stanco ma loro sono riusciti a farmi ridere, a tirami su il morale, sono molto fortunato, ho degli allievi che sono una forza incredibile, invece bisognerebbe chiedere a loro, come sono come maestro, io non lo so, faccio del mio meglio. Mi impegno molto, ecco mettiamola così.

Può raccontarmi qualche progetto futuro?

Innanzitutto sopravviviamo a questa terza edizione del Novara Dance Experience, poi il 9 e 10 Ottobre , oltre ad una serie di stage estivi , ci sarà un’altro evento, alla sua prima edizione, al Teatro Civico di Vercelli, un teatro di tradizione, un evento simile al Novara Dance Experience, ma un pochino più piccolo almeno per la prima edizione ,si chiamerà Dance All Vercelli , poi ci sono tanti progetti in realtà, sia di collaborazioni con l’estero , sia di lavori legati agli eventi, che io vorrei perseguissero sempre un obiettivo sempre chiaro, che è quello della grande qualità, dell’eccellenza, della bellezza.

Ce ne sono tanti, però ovviamente il Covid ha rallentato un pò tutto , però noi lavoriamo e speriamo di portare in scena tante cose belle che facciano sempre la differenza.

La ringrazio moltissimo per il tempo che mi ha dedicato , è stato un grandissimo piacere poter condividere questi progetti importanti.

Francesco Borelli, ha detto parole importanti per tutti gli artisti del mondo della danza, grazie a persone come lui, riusciremo a tornare alla normalità del nostro mondo.

Intervista realizzata a cura di Giorgia Filipponi