In un questo momento così difficile per il mondo della danza il primo ad esporsi per dare Voce al nostro settore, portando l’attenzione mediatica alle nostre problematiche e portando alla ribalta la situazione drammatica nei programmi tv è stato lui, il ballerino, l’étoile e coreografo Josè Perez.
Grazie a lui si è iniziato a parlare delle problematiche della situazione lavorativa italiana nel mondo della danza, di un momento difficile senza sovvenzioni con grosse problematiche che ha fatto emergere la situazione COVID-19.
Guardando la sua ospitata televisiva ho tirato un sospiro di sollievo, non mi sentivo più solo, non mi sentivo più abbandonato come molti colleghi perché prima di lui nessuno aveva parlato delle scuole di danza, dei ballerini e del nostro settore.
Vedendo questo grande artista e amico che si prodigava facendo valere la sua parola, con l’umiltà che lo contraddistingue, che cercava di darci davvero voce portando in TV la nostra situazione ho deciso di chiamarlo per ringraziarlo, e da li ho deciso di fare un articolo su di lui.
Cosi inizia la mia intervista:
“Ciao Josè, grazie per aver accettato l’invito è un piacere ritrovarti e fare due chiacchere tra amici. Seguo i tuoi progetti e noto sempre con piacere che la dedizione per quest’arte , La danza, non la perdi mai. La tua costanza, la tua onestà, la tua verità artistica e le emozioni che continui a regalarci ti contraddistinguono sempre. Grazie per aver portato la nostra causa all’attenzione dei media”.
“Ciao Lino innanzitutto è un piacere mio poter parlare con te di tante cose. Spero di poterci incontrare dal vivo al più presto, quando questa situazione finirà, e magari berci qualcosa insieme, io un succo e tu un caffè, visto che io caffè non lo bevo.
Si vede che mi conosci e sai che bevo troppi caffè, ma andiamo per tappe, ti va? Partiamo parlando delle tue origini artistiche e quando hai iniziato ad avvicinarti alla danza. Raccontaci del tuo percorso artistico.
“Per chi non mi conosce, partiamo col dire che sono Josè Perez, forse sono più noto alle nonne che ai giovani d’oggi. Sono nato a L’Avana, a Cuba. Nella mia terra, ho studiato per molti anni sia nel campo scolastico che in quello della danza. Ho poi deciso di partire e di trascorre all’estero il resto della mia vita, seguendo la mia strada, la mia carriera, lasciando tutta la mia famiglia per seguire il mio sogno e il mio destino. Amo la mia terra, la sua natura, i suoi profumi e proprio da qui è partito il mio percorso artistico ma, nonostante la bellezza di Cuba, volevo conoscere altri coreografi, esplorare davvero il mondo della danza e assorbire tutto ciò che poteva farmi crescere professionalmente. Cuba mi aveva dato moltissimo a livello di danza, ma avevo voglia di conoscere e andare all’estero per crescere ancora di più e non solo per aiutare economicamente la mia famiglia.”
E’ Stato difficile intraprendere questo percorso?
“ Assolutamente si. A Cuba si cresce per strada, io abitavo in un quartiere piccolo, povero e la gente pensava a ballare, ma c’erano altri problemi e la preoccupazione era sopravvivere e la delinquenza era molta. La quotidianità a Cuba era scontri tra bande di quartiere, ma per fortuna ora non c’è più si è evoluta anche questa situazione, ma allora era cosi ed io ho imparato a ballare per strada. Sai il calore cubano è unico e nonostante la situazione c’erano anche bellissime persone e io vedendo loro ho imparato a ballare, ma grazie a mia mamma ho iniziato davvero il mio percorso di ballerino.
Proprio per la situazione che c’era a Cuba mia mamma disse a mia sorella di prendermi (io avevo 9 anni, ero sempre in giro e pieno di fango) e portarmi in questa scuola a fare il provino, perché aveva paura che diventasse un delinquente. Cosi non hanno perso tempo e in un attimo mi hanno portato li. Mia sorella con la guida di mia mamma ha iniziato a seguirmi e portarmi a scuola di danza. Ho iniziato a studiare alla Scuola nazionale “Alejo Carpentier” per poi diplomarmi al Teatro Garcia Lorca “ Nivel Medio” con la qualifica di ballerino ed insegnate di danza classica .”
Hai un rapporto speciale con tua sorella?
“Si, quando parlo di lei , come adesso, mi commuovo devo ringraziare lei e mia mamma che mi hanno dato una strada, per questo mi fermo se no divento una fontana”
Ok , ok, allora andiamo avanti. In questo percorso, in questo viaggio, hai scoperto chi eri immagino come artista e per l’appunto quanto è difficile trovare per un ballerino la propria strada, la sua identità, la sua verità, insomma il proprio io e come hai affrontato le difficoltà di questo mondo?
Come stavo dicendo, grazie a loro ho avuto un educazione e mi hanno dato dei grandi valori, in primis l’umiltà, e la mia umiltà e le mie sconfitte, le mie bastonate, i pregiudizi sulla danza classica fatta sugli uomini mi hanno ferito e fortificato; ho combattuto e ho cercato di far capire ad amici e molti altri che non era cosi, era solo la mia grande passione e che danza e amicizia andavano di pari passo, che la scelta che ha fatto mia mamma per me era stata una fortuna e che danza non è sinonimo di omosessualità, anzi ho cercato di spiegare come era quest’ambiente e da li a poco mi invidiavano perché ero sempre circondato da bellissime donne. Oggi ballo pensando a lei. Cosi posso dire che da gioco e paura è diventato il mio lavoro la mia passione e partendo da li, posso dire che la mia danza la mia verità sono io, cioè la mia vita il mio vissuto, le mie emozioni , il mio percorso; la mia danza racconta me, racconta quei momenti con gli amici mentre giocavamo a baseball e io mentre giocavo face le pirouette per allenarmi, insomma la mia verità è dentro me e cerco di raccontare ballando la mi vita il mio IO, e oggi ho superato tutto grazie alle bastonate e alle sconfitte che ho ricevuto, grazie alla forza che ho avuto nel crederci e nell’insistere sul mio obbiettivo, combattendo sempre per ciò in cui credo.”
Quali sono state l’esperienze più belle ?
“ Sai non è facile dire l’esperienze più belle quali sono perché per me ogni viaggio è stato unico. Sono partito da Cuba a 17 anni, ho vinto al Gran Prix Uneal una borsa di studio per Torino al Teatro Nuovo dove sono diventato solista, da li sono andato a Viniale chiamato dalla mia direttrice Ramona De Saa e sono partiti i vari viaggi, e la cosa positiva è che non ho mai dovuto sgomitare o cercare nulla: il destino, i miei sacrifici mi hanno ripagato , è stato difficile ma sono arrivata al punto in cui il telefono mi suonava e mi chiamavano per ballare. Credo nel destino tanto perché ti aiuta a sognare.”
Nel tuo cassetto dei ricordi ne hai uno in particolare che custodisci segretamente?
“Se parliamo di danza, come ballerino,l’esperienza più bella, l’ho fatta in Germania al Teatro Dell’Opera di Dresda dove è partita la mia carriera come primo ballerino con la direzione di Vladimir Derevinko, oppure me ne vengono in mente altre due che mi porto nel cuore segretamente: una è quando ho chiamato mia mamma a Cuba e gli ho detto che non tornavo più e sono stato 4 anni senza vederli per paura che non mi facessero più uscire e mi bloccassero a Cuba, è stato un momento molto emozionante o anche l’esperienza che ho fatto in Messico e in Brasile con una Tournè.”
Hai lavorato con grandi artisti della danza vuoi citarne qualcuno e come li ricordi ?
“ Uno che mi è rimasto nel cuore come artista è John Neumeier un grande coreografo che mi ha stimolato e mi ha ispirato anche nel mio coreografare, ormai coreografo da circa 5 anni e il balletto che porto nel cuore è “La Bisbetica Domata” di John Cranko.
Se oggi dovessi raccontare a qualcuno e spiegare l’essenza di Josè, cioè cosa provi e cosa è la danza per te? Anche in una sola parola scegli tu
“ Per me la danza è l’espressione dell’emozione che un ballerino ha dentro, io ho studiato tanti anni tecnica , perché è fondamentale, quando ballo cerco di entrare nella coreografia, nel balletto, nel personaggio portando la mia emozione, il mio io, ed entro nel mondo del personaggio esprimendo al massimo ciò che voglio comunicare e da li partono le mie mille emozioni che sono inspiegabili perché sono personali, ma ci tengo a sottolineare che c’è uno studio, bisogna documentarsi sempre prima d’ interpretare un personaggio di un balletto o di una coreografia, andando ad analizzare il periodo storico, il luogo, l’azione ecc.”
A chi inizia questo percorso cosa consiglieresti, come dovrebbe affrontare quest’arte e cosa gli diresti?
“ Parto dal presupposto che sono un insegnate che cerca di stimolare i suoi allievi, non amo essere troppo duro perché penso che a livello pedagogico bisogna spronare i ragazzi, parlarci, raccontare e portare la propria esperienza, ascoltarli e condividere, usare si la formula “bastone e carota” ma ad un livello più benevolo e paziente, proprio da questo principio penso che i ragazzi debbano sognare, crederci, essere costanti nello studio, studiare tanto combattere per il proprio sogno e non molare mai”.
Ora c’è in Italia una situazione drammatica causata da questa pandemia e il COVID-19 ha bloccato e fermato la vita, i sogni di ballerini, scuole di danza, teatri ecc. Colleghi e artisti del nostro settore si sentono abbandonati, molte scuole chiuderanno e molti non hanno da mangiare visto la non esistenza del nostro settore, e ho visto che hai provato a darci voce in anzi tutto grazie, ma hai idea di come potrebbe affrontare o dei suggerimenti? cosa pensi di tuto ciò
“ Questa situazione ci ha messo in ginocchio e proprio per questo mi sono voluto esporre portando avanti un idea, un progetto, e cercare di far capire che il nostro settore non è nemmeno citato; l’Italia sta affrontando una situazione drammatica, ma scuole di danza, ballerini, insegnati teatri stanno andando al declino, e bisogna prendere in mano la situazione, ri-qualificare il nostro mondo e regolamentarlo e ci devono essere persone competenti nel mondo della danza, per poter risolvere questa situazione drammatica, gente con esperienza e che sappia di cosa stiamo parlando, infatti mi sono mosso portando idee e soluzioni, proponendomi ed esponendomi per portare avanti e risolvere questa situazione, c’è bisogna di risposte, c’è bisogno di cambiamento, c’è bisogno di più qualità e competenza, c’è bisogno di ripartire.
Bisogna ricostruire il nostro ambiente, dare qualità, riaprire le scuole e gli enti della danza rispettando le normative, ed è facilmente fattibile con delle precauzioni che tutti noi possiamo prendere e nel nostro ambito sarebbe più facile di come pensano e sarebbe più facile di molti altri lavori, rimanendo in sicurezza per tutti. Mi sono mosso, e mi sono esposto con la TV e i media proprio perché, per anni sono stato in Tv dove ho avuto l’opportunità con il programma Amici di Maria De filippi come ballerino professionista, di poter portare dei messaggi sulla danza, farla conoscere e in qualche modo sponsorizzare quest’arte, voglio ora nello stesso modo poter dare voce alla nostra situazione .”
A questo punto, mi viene da chiederti cosa sogna Josè e come si vede nel futuro e i tuoi prossimi progetti
“ In questi ultimi anni mi sono dedicato alla coreografia ho creato molti spettacoli, tra cui La Carmen di Bitzet, il mio primo grande prodotto, ho avuto un grande riscontro e tutt’ora a distanza di tempo continuo a replicare avendo una grande richiesta, ma non solo ho appena finito di creare la Cleopatra al Cairo lo scorso gennaio che ha avuto un grande successo con moltissime date ma in questo momento come tutti ci siamo fermati, sto scrivendo altre opere e a breve avrete le mie grandi news; infatti sto lavorando in campo coregrafico con grosse novità e come insegnate sono il promotore di un progetto didattico nuovo. Vorrei che a breve si possa realizzare un altro progetto molto differente, uno dei miei più grandi sogni, infatti sto lavorando in questi giorni a una cosa top secret ed appena avrò la certezza ve lo farà sapere, incrocio le dita.”
Beh te lo auguro davvero e spero che tutti i tuoi progetti e la tua battaglia per far rinascere la danza da questo periodo possano realizzarsi, sarei stato ad ascoltarti altre ore e so che potremmo scrivere un libro su di te perché hai moltissimo altro da dirci, raccontarci, e da farci emozionare con il tuo vissuto e le tue esperienze ma vorrei concludere chiedendoti se vuoi lasciarci dando un augurio, un messaggio di positività
“ Vorrei concludere dicendo di non smettere mai di credere in generale, stiamo vivendo una fase difficile, abbiamo imparato a ridare valore certe piccole cose, a certi affetti, a certi gesti e se non l’hanno fatto tutti dobbiamo provare a ritrovare certi valori, a dare valore alla qualità e non alla quantità, noi ballerini cerchiamo di dare qualità al nostro lavoro, e non squalifichiamolo, anzi cerchiamo di ripartire portando il nostro settore su un altro livello, basta farci sotto pagare, basta improvvisarsi, bisogna studiare. Diamo valore al professionismo e hai professionisti del nostro ambiente, creiamo con la qualità novità e posti di lavoro, non smettiamo di crederci, cerchiamo noi italiani di dare qualità al nostro prodotto e parlo in generale non solo nella danza e cerchiamo di dargli importanza, partiamo da noi e valorizziamo noi italia cosi facendo possiamo ripartire dal nostro valore e dalla nostra bellazza nelle arti , nei nostri prodotti, in tutto, non molliamo crediamoci.”
Grazie josè per aver risposto alle mie domande e per essere stato come sempre una artista e un uomo umile e di spessore, grazie per esserti emozionato e avermi fatto emozionare e commuovere e per essere sempre te stesso e vero.
Vorrei ringraziarti a nome di tutti perché stai combattendo e ti stai esponendo tantissimo per la nostra causa, davvero grazie . Ti auguro una grande ripartenza e che i tuoi progetti si possano realizzare. Grazie davvero e ti mando un forte abbraccio.
“ Grazie a te Lino per l’intervista e ci rivediamo per il famoso succo e caffè appena si potrà ripartire e si potrà tornare alla normalità un saluto a tutti i lettori della Voce della danza e a tutti i miei fans e vi mando un forte abbraccio” Josè Perez.”
Articolo di Lino villa