THEIA il nuovo ep di TAVO . L’ intervista a cura di Sabrina Vinciguerra

Tavo, diminuzione del suo cognome, nasce ad Alessandria, classe 1993.

Sin dall’età di 12 anni comincia il suo amore per la musica che esprime suonando la sua chitarra. Comincia i suoi studi al conservatorio e a soli 16 anni la sua gavetta, fatta di responsabilità ed organizzazione di ben 400 date in soli 6 anni. Precoce? No, predestinato. E lo si capisce dal sorriso splendente quando con orgoglio parla dell’uscita del suo primo album “Funambolo” a cura di Noize Hills Records a soli 24 anni !

“Come stai vivendo la tua quarantena?”

“La prima cosa che posso dirti è che ovviamente non stimola la creatività perché pur non essendo un festaiolo, mi piace comunque uscire ed in questo momento ne sento proprio la necessità. Ma d’altra parte mi ha comunque fatto riflettere sul fatto che il mio settore è tutelato, per così dire, da una legge del 1941: spero che dopo questa emergenza, dal fonico al cantautore vengano tutti più considerati come lavoratori.” Il suo sorriso non si spegne mai, incredibile: anche se nella sua voce si intuisce un filo di preoccupazione per tutti i suoi progetti, tra cui il suo tour. Ma veniamo al dunque perché il 5 maggio è uscito su tutte le piattaforme digitali il suo nuovo album “Theia”.

“Il titolo del tuo nuovo album è molto particolare: da dove nasce?”

“Theia è il nome di un pianeta che miliardi di anni fa si scontrò contro la Terra quando ancora non c’erano forme di vita. I detriti per attrazione gravitazionale si riunirono formando rocce e crateri, che a loro volta diedero vita alla Luna. Ho scelto quindi questo titolo per due motivi: il primo perché ho preso spunto dalla citazione “la Luna è una Eva strappata al fianco della Terra” (ndr R. Mercadini) da cui ho appreso che anche se fatta dalla stessa sostanza, si pensa che la Luna sia diversa dalla Terra. Invece lei è tutt’altro che diversa, anzi è fatta della stessa materia e senza di lei la vita sulla Terra cesserebbe di esistere .

Il secondo motivo invece è che dai più grandi errori possono nascere nuove realtà: un errore gravitazionale ha contribuito alla nascita della Terra, così come nella vita dai più grandi errori si può rinascere meglio di prima. Ed è proprio questo il messaggio che voglio lasciare per tutti coloro che mi ascoltano: dagli sbagli si rinasce.”

Vi rendo partecipi di una piccola curiosità: chi viene inserito nel genere indie è perché scrive, compone e canta i propri pezzi. Ma a chi sia rivolta la propria musica è un aspetto che spesso non viene approfondito.. Tavo con tutta la sua naturalezza mi confida che la musica la fa come piace a lui ma per tutti. La particolarità dei suoi pezzi è il lasciare “uno spazio vuoto: questo spazio serve a chi ascolta per capire i volti ed i paesaggi che racconto nei miei testi, come accade nei libri.” Affascinante, vero? Ma torniamo al suo album: “Quindi il tema è prettamente cosmico?”

“ No! È che il tema dell’amore è molto inflazionato e fa sempre paura parlarne anche perché ci sono stati grandissimi interpreti che lo hanno cantato nelle sue varie forme.

Ho quindi trovato un nuovo punto di vista, attraverso il cosmo, che è come una metafora per parlare dei sentimenti. Nei miei testi descrivo dei volti con delle immagini: è come un viaggio metafisico con immagini ed emozioni e totale assenza di materiale.

Il primo brano dell’album “L’astronauta e l’indiano” personificano i miei giocattoli che usavo da piccolo e li ho immaginati come Dante e Virgilio che, come accade nel loro viaggio, mi accompagnano nel mio viaggio cosmico.”

“C’è un brano nel tuo album, Il tempo di ballare, che è un po’ particolare … “

“Parlo della mia mamma. Io sono cresciuto coi nonni fin da piccolo per una questione di comodità con la scuola e mia mamma ha sempre lavorato tantissimo. Posso dire che ho voluto raccogliere in 3 minuti ciò che volevo dirle nei miei 27 anni di vita. Oggi come allora abbiamo un bellissimo rapporto,  ma ci siamo goduti meno di quanto avremmo voluto.”

Un album venuto da un altro pianeta, scritto e musicato da un giovane talento emergente che ricorda il cantautorato all’italiana, quello di una volta.

E aggiungerei anche molto credibile, racconta una storia vera di una persona pura, con un qualcosa di magico ispirato al viaggio di Dante e Virgilio: manca solo un tour stellare a completare una cornice quasi perfetta.

A cura di Sabrina Vinciguerra