Umberto Canino, tra Kalush e La Ninnananna di Stefania

La Ninnananna di Stefania è il brano che segna il grande ritorno di Umberto Canino, cantautore, autore, attore e direttore artistico. Il ritorno, con un adattamento in italiano del brano Stefania, brano divenuto famoso in tutto il mondo dopo la vittoria dei Kalush Orchestra all’Eurovision Song Contest.  Il brano, un messaggio di speranza per un mondo senza conflitti, è dedicato a tutte quelle madri che aspettano il ritorno dei figli dalla guerra. Protagoniste l’attesa, la speranza, il coraggio che insieme alla forza delle madri, possono, dalle ceneri, ricostruire un domani migliore. Un atteso e intenso ritorno per un cantautore raffinato, elegante e con ancora molto da raccontare.

Come nasce l’idea di proporre un adattamento italiano questo brano?

Ho visto tante immagini dell’Ucraina, foto e video che hanno riempito i Tg, i programmi di attualità e le televisioni internazionali. Conosco personalmente delle persone ucraine che vivono questo spaesamento dall’inizio della guerra e mi sono sentito così in dovere di fare un qualcosa anch’io. Inoltre, da sempre mi sono occupato di questi temi forti, ad esempi, nel 2005 scrissi anche un brano che si chiamava: Il cielo di Baghdad, dove raccontavo la guerra, ma vista con gli occhi dei corrispondenti presenti. Quindi mi è venuto spontaneo parlare della guerra in Ucraina, anche per dare attenzione ad un conflitto che, come accade sempre dopo un po’ rischia di essere dimenticato o surclassato da altre notizie.

Com’è nata l’idea di produrla?

Il brano dei Kalush mi ha colpito sin dal primo ascolto e insieme a Tony Ciara, ci siamo messi a lavorare sulla canzone aggiungendo un testo e una melodia fatte interamente da me. Finita una prima bozza, abbiamo fatto ascoltare il brano al mio produttore Leopoldo Lombardi, che, entusiasta del risultato, l’ha inviato direttamente alla Sony tedesca, casa discografica del gruppo dei Kalush, per ottenere la possibilità di riproporre questo brano. Dopo diversi mesi, dalla Germania ci hanno risposto, facendoci graditissimi complimenti concedendoci la possibilità di pubblicare questa nostra versione. La grande sorpresa però, è stata quella di ricevere il gradimento anche degli stessi Kalush.

Il brano è incentrato sulla situazione in Ucraina, ma in realtà il tuo è un brano contro ogni guerra e con le madri come protagoniste…

Nel mondo dovrebbero esserci circa 56 guerre, e in tutti questi conflitti, sono sempre i più fragili, gli innocenti e le madri che ci rimettono. Questo è un brano che vede l’Ucraina protagonista, ma che potrebbe raccontare ogni paese in guerra. Così ho voluto rappresentare la guerra dal punto di vista delle madri, dal loro sguardo triste e sognante e con la loro capacità di ripartire nonostante le macerie intorno. Madri con un peso sul cuore e la speranza di pace per un domani migliore.

 

I Kalush hanno accolto favorevolmente questo brano, ma ti piacerebbe collaborare con loro in futuro?

Sinceramente sì! Mi piacerebbe molto lavorare insieme ai Kalush. Anzi, una collaborazione rappresenterebbe uno di quei sogni che spero di realizzare in futuro.  Loro mi piacciono molto e sono convinto che, unendo le forze, si possa dare ancora nuova linfa ad un messaggio così importante come quello di Stefania.

Non ti interesserebbe collaborare anche con qualche artista italiano?

Venuti a mancare Franco Battiato e Giuni Russo, che considero la voce più bella del mondo, non ho altri miti da amare o sognare. Ho però avuto la fortuna di conoscerli entrambi; tuttavia mi piacciono molto anche Achille Lauro, Blanco, Branduardi e Le Orme, quest’ultimi conosciuti da Red Ronnie,  ai quali piacque il mio mondo musicale tanto da voler sentire una mia rielaborazione di un loro brano. Così nel 2005 uscì una mia versione di Amico di ieri. Con loro mi piacerebbe lavorare.

Tra le tue influenze e una certa cultura di base, oggi verresti considerato come un intellettuale…

La mia considerazione per la cultura è troppo alta per essere collocato in quel tipo di schieramento, non ho studiato abbastanza per farne parte, sono solo uno che si è innamorato della lettura, del teatro, della musica e di tutto quello dove si può creare. Oscar Wilde diceva: “Il mondo è come un palcoscenico, ma le parti sono mal distribuite. Sono sempre stato riservato, perché timido e ho sempre avuto timore dei “dotti e dei sapienti”, quello che so l’ho imparato dal teatro e dalla letteratura. Leggevo almeno un libro al mese, era il mio rifugio; la lettura ti permette di capire dove collocarti e soprattutto da dove devi scappare, da ragazzo più leggevo più capivo che stavo vivendo in contesti che non mi appartenevano.